Occhiuto si dimette da commissario alla Sanità: strategia elettorale o passo verso la normalizzazione?
Il presidente della Regione Calabria lascia l’incarico di commissario straordinario alla Sanità. Continuità garantita dai subcommissari. Intanto si avvicinano le elezioni regionali di ottobre
Roberto Occhiuto ha formalizzato le proprie dimissioni dall’incarico di Commissario straordinario per la sanità calabrese, una scelta che segna un passaggio cruciale a poche settimane dalle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. Il governatore ha deciso di lasciare l’incarico per evitare rischi di ineleggibilità, come previsto dalla legge che vieta la candidatura a chi ricopre incarichi commissariali nei 45 giorni precedenti al voto.
La decisione, annunciata nella giornata di mercoledì, arriva in un momento particolarmente delicato per la sanità regionale, ancora alle prese con il piano di rientro dal disavanzo e con numerose criticità strutturali, ma anche in una fase di apparente consolidamento dei conti e avvio di riforme.
Una mossa prevista, ma non scontata
Le dimissioni erano nell’aria da settimane, ma fino a pochi giorni fa Occhiuto aveva preferito non sbilanciarsi, sottolineando la propria volontà di portare avanti il lavoro di riforma. «Ho sempre detto che avrei lasciato l’incarico solo se necessario. Ora si è reso opportuno per motivi giuridici legati alla mia candidatura», ha dichiarato in una nota diffusa alla stampa.
Il governatore aveva assunto il ruolo di commissario subito dopo la sua elezione nel 2021, in un contesto drammatico per il sistema sanitario calabrese, segnato da anni di commissariamenti, ospedali in crisi e migrazione sanitaria record. La sua gestione è stata spesso al centro del dibattito politico, tra chi ne ha elogiato lo sforzo di riforma e chi ha contestato la lentezza dei risultati.
Continuità operativa
A garantire la continuità amministrativa e tecnica saranno i subcommissari Ernesto Esposito e Jole Fantozzi, già operativi al fianco di Occhiuto nella gestione del comparto sanitario. Entrambi resteranno in carica e avranno il compito di portare avanti i dossier più urgenti, dalla riorganizzazione della rete ospedaliera alla gestione dei fondi per l’edilizia sanitaria.
La Regione precisa che il piano di rientro non subirà rallentamenti e che si punta ancora, entro la fine del 2025, a una possibile uscita dal commissariamento, una prospettiva che rappresenterebbe una svolta storica dopo oltre un decennio di gestione straordinaria.
Verso le elezioni
La mossa di Occhiuto, al di là del merito amministrativo, ha un chiaro valore politico. Le dimissioni servono a blindare la sua candidatura alla guida della Regione, evitando qualsiasi ricorso legale che possa compromettere la sua partecipazione al voto. La legge n. 154 del 1981 parla chiaro: chi esercita funzioni di commissario straordinario in materia sanitaria nei 45 giorni precedenti al voto è ineleggibile.
In ambienti vicini al presidente si lascia intendere che, in caso di rielezione, Occhiuto potrebbe chiedere nuovamente la nomina a commissario, per concludere l’opera iniziata nel primo mandato. Ma la scelta, in quel caso, spetterà al governo nazionale.
Una sanità tra bilanci e incognite
Il bilancio della gestione Occhiuto in sanità è oggetto di letture diverse. Secondo i suoi sostenitori, il presidente avrebbe dato impulso al cambiamento, avviando cantieri, risanando i conti e rafforzando le strutture territoriali. Per l’opposizione, invece, il sistema resta in grave sofferenza, con carenze di personale, liste d’attesa infinite e pochi segnali di miglioramento percepibili dai cittadini.
Conclusione
Le dimissioni di Roberto Occhiuto da commissario alla Sanità non sono solo un atto formale. Sono il punto di svolta di una strategia politica più ampia, che intreccia amministrazione, consenso e legittimità democratica. La sanità calabrese, intanto, resta in attesa: del voto, delle decisioni di Roma e – soprattutto – di una vera rinascita.
Pietro Siclari
